
Ritratto della giovane in fiamme
Ho visto un film che mi sento vivamente di consigliarvi: “Ritratto della giovane in fiamme” di Céline Sciamma.
È ambientato nel ‘700 racconta la scoperta di un amore (impossibile) tra due donne, un’artista e la sua modella.
Tutto il film è incentrato sulla dualità tra il vedere e i modi di vedere, e sulla differenza tra rimpianto e ricordo, e tutto si moltiplica per N punti di vista, dove l’espressione artistica é il fil rouge.
è un’analisi sullo sguardo e sull’atto del guardare, in particolare sul valore dello sguardo in funzione di specchio mediante il quale scoprire un sé inedito, insieme soggetto e oggetto della visione: Marianne ritrae e si autoritrae per Héloïse e c’è sempre uno specchio, che si tratti di compensare l’assenza della modella o di schizzare il proprio volto riflesso sul sesso dell’amante.
C’è il racconto visto dal punto di vista della giovane che rifiuta un matrimonio combinato e per questo non vuole farsi ritrarre.
C’è la storia dell’artista, i cui sentimenti la destabilizzano e ne condizionano i dipinti.
Ma c’è anche il racconto della donna artista che fa i conti con i dilemmi dell’identità femminile in un mondo al maschile.
Questa evoluzione dell’amore è rappresentata nei ritratti che l’artista prova e riprova a fare: in principio era uno studio passivo della modella, poi i ritratti si infuocano di passione, fino a quando si innamorano entrambe di quello che “davvero vedono l’una dell’altra”.
Complicità, amore, questioni di genere, rapporto tra vita e arte… molto bello!